Nel mio lavoro cerco di dare vita a una vera esperienza di bellezza, dimostrare sia l’esistente, sia la sua fine
la mia idea è quella di arrivare il più vicino possibile a questo edificio simile ad una cattedrale e di riempirlo con l’opera.
La mia ambizione è stata quella di creare uno spazio dentro uno spazio, che interagisca con l’altezza e la luminosità della navata del Grand Palais. I visitatori sono invitati a camminare all’interno dell’opera per immergersi nel colore e vivere, spero, un’esperienza contemplativa e poetica
Leviathan
Monumenta 2011, Grand Palais Parigi
Cloud Gate (the bean), 2007
Millenium Park, Chicago
La pelle, la superficie esterna, è sempre stata per me il posto dell’azione. E’ il momento di contatto tra l’oggetto e il mondo. La pellicola che separa l’interno dall’esterno.
Memory, 2008
site-specific realizzata per il Deutsche Guggenheim di Berlino, Memory è una grande struttura ovoidale in acciaio corten che aderisce a due pareti della galleria e in altezza tocca il soffitto. Tre accessi diversi sono possibili per i visitatori, ma da nessuna perte si può avere una visione d’insieme. Solo con la memoria (da cui il titolo), ricomponendo i tre punti di vista, si può immaginarla.
(Francesco Bonami, Anish Kapoor: Jumping into Void, in “Flash Art International”, nov-dic 1994)
Marsyas, 2002
Unilever Series, 2002-2003
Turbine Hall, Tate Modern, Londra
Marsia, scultura di Anish Kapoor per la Turbine Hall, è composta da tre anelli in acciaio uniti da un unico arco di membrana in PVC. Due sono posizionati verticalmente, a ciascuna estremità dello spazio, mentre un terzo è sospeso parallelo al ponte. La geometria generata da queste tre strutture in acciaio rigide determina la forma complessiva della scultura, un passaggio da verticale a orizzontale e viceversa a verticale di nuovo.
Kapoor ha iniziato il progetto nel gennaio 2002, rendersi conto che l’unico modo di poter sfidare l’altezza scoraggiante della Turbine Hall era, paradossalmente, usare la sua lunghezza.
La membrana in PVC ha una qualità carnosa, che Kapoor descrive come “un po’ come una pelle scorticata “. Il titolo si riferisce a Marsia, un satiro della mitologia greca, che fu scorticato vivo dal dio Apollo. Il colore rosso scuro suggerisce qualcosa di fisico, di corporeo. Kapoor ha commentato: “voglio fare corpo in cielo”. Marsia confonde la percezione spaziale, immergendo lo spettatore in un campo monocromatica di colore. E ‘impossibile visualizzare l’intera scultura da qualsiasi posizione.