Cindy Sherman

“Benchè non abbia mai considerato le mie opere come espressione di un femminismo attivo né come una presa di posizione politica, esse si basano indubbiamente su quanto io come donna osservo in questa società.
Ed in parte sono una storia d’amore e di odio: il make-up e il glamour, infatti, mi affascinano, ma allo stesso tempo li detesto.
Ciò deriva dal desiderio di apparire belle e sexy come vere giovani donne, senza sentirsi subito prigioniere di questa struttura.”

Tra il 1977 ed il 1980 la Sherman lavora alla sua prima rilevante e ancora oggi più nota opera: “Untitled Film Still” si compone di 69 scatti in bianco nero in cui la S. (che non si definisce una fotografa ma una performer) si ritrae  in una serie di pose e situazioni, ciascuna delle quali sembra essere tratta da un film o da un programma televisivo. Queste immagini sono una riflessione sui ruoli di genere e sulle rappresentazioni femminili nei media popolari, e Sherman si presenta come l’attrice in questi ruoli stereotipati. L’opera è stata molto influente nella fotografia contemporanea ed è diventata un’icona del femminismo artistico degli anni ’70. La sua capacità di sfidare gli spettatori a riflettere sulle rappresentazioni culturali delle donne la rende ancora oggi una visione interessante e provocatoria
Unititled Film Still #14, 1978 Cindy Sherman

Untitled Film Still #14, 1978

Quando andavo a scuola cominciava a disgustarmi la considerazione religiosa e sacrale dell’arte, e volevo fare qualcosa … che chiunque per strada potesse apprezzare… Ecco perché volevo imitare qualcosa di appartenente alla cultura, e nel contempo prendermi gioco di quella stessa cultura. Quando non ero al lavoro ero così ossessionata dal cambiare la mia identità che lo facevo anche senza predisporre prima la macchina fotografica, e anche se non c’era nessuno a guardarmi, per andare in giro

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