Motoi Yamamoto

“Disegnare un labirinto di sale è come seguire
una traccia della mia memoria.
I ricordi sembrano cambiare e scomparire col passare del tempo; Tuttavia, ciò che cerco è  catturare un momento congelato che non può essere raggiunto attraverso immagini o scritti. Quello che cerco alla fine nell’atto del disegno potrebbe essere una sensazione di toccare una memoria preziosa.”

E’ attraverso la ripetizione del gesto che si creano connessioni, che si manifestano forme e si dipana la memoria.

Wim Delvoye

La bellezza è sopravvalutata. L’arte dovrebbe essere una forma di espressione per il tuo pensiero, non solo per creare cose belle. Dovrebbe esserci sempre un’idea dietro l’arte

 

Cloaca è una installazione, presentata per la prima volta nel 2000 al Museo di arte contemporanea di Anversa,  a grandezza naturale di sei contenitori di vetro collegati tra loro con fili, tubi e pompe. Ogni giorno la macchina riceveva una certa quantità di cibo.
Carne, pesce, verdure e pasticcini passavano attraverso un frullatore gigante, venivano mescolati con acqua e versati in barattoli pieni di acidi e liquidi enzimatici. Lì ottennero lo stesso trattamento che avrebbe fornito lo stomaco umano. Le unità elettroniche e meccaniche controllavano il processo e dopo quasi due giorni il cibo usciva da un’unità di filtraggio come qualcosa di simile alla vera merda umana.
Durante la mostra, la catena di montaggio puzzolente ha causato una certa costernazione. Sembrava portare un messaggio infernale nel mondo. C’è abbastanza sterco così com’è. Perché fare di più?
Peggio ancora, l’installazione è stata collocata in uno spazio freddo e pulito del museo, dove è stata alimentata da uno chef di prima classe che ha preparato due pasti al giorno in una cucina adiacente. L’atmosfera suggeriva un ospedale attrezzato per uno strano esperimento – la nascita e la cura di una macchina che mangia e defeca – un bambino meccanico. “Ciao”, sembrava dire “Sono quasi come te”. (Els Fiers)

wim-delvoye-cloaca-machines

 

Chantier, 2003

Bansky

 La cosa che odio di più della pubblicità è il fatto che attiri tutti i giovani brillanti, creativi e ambiziosi, lasciandoci principalmente con persone lente e auto-ossessionate dal diventare i nostri artisti… L’arte moderna è un’area di disastro. Mai nella storia dell’umanità così tanti hanno usato tanto per dire così poco.


Il regalo di Natale per la Chiesa
Un busto di cardinale vandalizzato e’ stato installato in una galleria di Liverpool da Banksy, l’artista di strada britannico.

Cardinal Sin
Cardinal Sin

(Cardinal Peccato) ha il volto scalpellato e sostituito da mattonelle bianche da bagno che creano un effetto-pixel: l’obiettivo dell’opera e’ una protesta per lo scandalo della pedofilia nel clero cattolico.

“Non sono mai sicuro chi merita di essere messo su un piedistallo o schiacciato da un piedistallo”

La scultura, che l’artista ha definito “un regalo di Natale, perché in questo periodo dell’anno è facile dimenticare il vero significato della Cristianità, le menzogne, la corruzione, gli abusi”,  e’ stata installata alla Walker Art Gallery accanto a autentiche opere di arte religiosa del Seicento: da Murillo a Rubens.
La galleria non ha avuto esitazioni ad accettare il Bansky:
“Abbiamo sempre mostrato opere controverse che fanno discutere”
ha detto il responsabile Reyahn King. (ANSA).


Cindy Sherman

“Benchè non abbia mai considerato le mie opere come espressione di un femminismo attivo né come una presa di posizione politica, esse si basano indubbiamente su quanto io come donna osservo in questa società.
Ed in parte sono una storia d’amore e di odio: il make-up e il glamour, infatti, mi affascinano, ma allo stesso tempo li detesto.
Ciò deriva dal desiderio di apparire belle e sexy come vere giovani donne, senza sentirsi subito prigioniere di questa struttura.”

Tra il 1977 ed il 1980 la Sherman lavora alla sua prima rilevante e ancora oggi più nota opera: “Untitled Film Still” si compone di 69 scatti in bianco nero in cui la S. (che non si definisce una fotografa ma una performer) si ritrae  in una serie di pose e situazioni, ciascuna delle quali sembra essere tratta da un film o da un programma televisivo. Queste immagini sono una riflessione sui ruoli di genere e sulle rappresentazioni femminili nei media popolari, e Sherman si presenta come l’attrice in questi ruoli stereotipati. L’opera è stata molto influente nella fotografia contemporanea ed è diventata un’icona del femminismo artistico degli anni ’70. La sua capacità di sfidare gli spettatori a riflettere sulle rappresentazioni culturali delle donne la rende ancora oggi una visione interessante e provocatoria
Unititled Film Still #14, 1978 Cindy Sherman

Untitled Film Still #14, 1978

Quando andavo a scuola cominciava a disgustarmi la considerazione religiosa e sacrale dell’arte, e volevo fare qualcosa … che chiunque per strada potesse apprezzare… Ecco perché volevo imitare qualcosa di appartenente alla cultura, e nel contempo prendermi gioco di quella stessa cultura. Quando non ero al lavoro ero così ossessionata dal cambiare la mia identità che lo facevo anche senza predisporre prima la macchina fotografica, e anche se non c’era nessuno a guardarmi, per andare in giro

sherman13x

Jan Fabre

attraverso le mie opere io cerco di creare nuove possibilità di sguardo sul mondo, di aprire nuovi universi, e di non essere svuotato dal mondo esterno, dal mondo contemporaneo. Ciò che ispira il mio lavoro è una fede costante nell’umanità, una perenne empatia nei confronti della vita.

 

 

 

Jan-Fabre-Il-cervello-dello-scienziato-courtesy-Magazzino-dArte-Moderna-Roma-480x720Il cervello dello scienziato

JF_2011_Negro-with-crows-dettaglio 2011 gusci di coleottero su legno cm 228 x174Negro with crows (dettaglio), 2011
gusci di coleottero su legno

Joana Vasconcelos

La mia arte è un gioco tra l’alta cultura e la cultura popolare. Credo che l’arte debba essere accessibile e coinvolgente per tutti, non solo per un pubblico elitario. Cerco di creare opere che siano divertenti e che abbiano un impatto emotivo sui suoi spettatori 

A Noiva (la sposa), 2001

presentato alla Biennale 2005, il lampadario è fatto di centinaia di Tampax. L’opera è stata respinte in occasione della personale nelle sale della reggia di Versailles nel 2012


Marilyn, 2009
pentole da cucina