Olafur Eliasson

Beauty – 1993

Ho fatto un altro lavoro in cui proietto una luce su un muro e la luce gradualmente si fa sempre più intensa sino ad assumere una forma quadrata e dopo quei dieci, dodici minuti, nei quali fissi la luce, sparisce. L’immagine residua, una traccia dell’immagine sul muro, compare sulla retina.Quello che accade dopo è che in realtà l’occhio proietta un’immagine ribaltata, complementare, e per un momento tu diventi il proiettore. Questo è il modo in cui l’opera ci restituisce qualcosa, crea qualcosa in noi. Mi piace l’idea che siamo noi che, proiettando la luce, proiettiamo l’opera nello spazio


 

The Weather Project, 2003
Unilever Series, 2003-2004
Turbine Hall, Tate Modern, Londra